Con due interviste, una di Emi Bondi a Donatella Zorzetto di Repubblica (e ai giornali del gruppo GEDI), e una di Giancarlo Cerveri a Claudia Osmetti su Libero, la SIP ha preso posizione sulla vicenda dei test psico attitudinali ai magistrati. Ecco il link a Repubblica.
In sostanza la SIP ha precisato che Il Minnesota Multiphasic Personality Inventory (Mmpi) che potrebbe essere somministrato ai magistrati, secondo il decreto legislativo approvato il 26 marzo dal Consiglio dei Ministri, è uno strumento già largamente utilizzato. Ne sanno qualcosa i poliziotti, o i soldati, che devono affrontarlo a inizio carriera.
“Stiamo parlando – ha detto a Donatella Zorzetto di Repubblica – di uno dei test in assoluto più diffusi e conosciuti, usato sia a livello di pratica clinica che per screening di tipo psicologico. Un test che ha più di 100 anni, ideato nel 1942, negli Stati Uniti, e poi revisionato negli anni ’90 per adeguare risposte e domande alle necessità del tempo “è un test generale che consente di farci comprendere l’aspetto psicologico di un individuo, le sue caratteristiche generali: se vi sono deviazioni verso scale cliniche generali, ossia patologie come depressione, ipocondria, schizofrenia. Ovviamente patologie che, se emergono, vanno approfondite in sede psichiatrica”.
La presidente ha spiegato che sono tre le scale di valutazione in uso nel test Minnesota: ‘menzogna’, ‘eccessivo controllo emotivo’ e ‘atipia della risposta’: consentono di verificare se la persona ha risposto in modo sincero. Il test pone domande, alcune banali e altre caratteristiche di determinate problematiche, sulla base di una standardizzazione clinica. In questo modo si può vedere se l’interessato presenti alterazioni rispetto alla norma. E quante: se due o tre insieme. Può essere paranoico o sospettoso fino ad avere delle vere e proprie personalità patologiche, che però vanno validate con strumenti più specifici.
Per tutte e tre le scale esistono punteggi che rendono il risultato del test invalido. Tre scale inserite tra le dieci cliniche, per ognuna delle quali esiste un punteggio oltre al quale viene definito il superamento della soglia di attenzione. Sono: 1- Ipocondria; 2- Depressione; 3- Isteria; 4- Deviazione; Psicopatica; 5- Mascolinità/Femminilità; 6- Pranoia); 7- Psicoastenia; – Schizofrenia; 9- Ipomaniacalità; 10- Introversione sociale.
In base al punteggio di ogni scala clinica – ha detto Emi Bondi – si può valutare la presenza o assenza di specifici sintomi e l’eventuale correlazione con particolari sindromi psichiatriche – conclude Bondi -. E tutto ovviamente essere rivalutato con esame clinico e supporto anamnestico.