L’amore può farti toccare il cielo con un dito o farti sprofondare nell’abisso più profondo. Se infatti le forze che legano due persone possono essere potenti, la dissoluzione di questo legame può esserlo anche di più. Il mal d’amore quindi esiste e può essere molto più sconvolgente di quanto lo sia il suo contrario. E festività particolari, come ad esempio San Valentino, possono diventare dolorosi promemoria della perdita subita. «Il dolore causato dalla rottura o dalla perdita di una relazione amorosa deve essere considerato alla stregua di un trauma che può avere un impatto tanto sulla psiche quanto sul corpo», spiega Massimo Clerici, professore ordinario di Psichiatria dell’Università degli Studi di Milano Bicocca e vicepresidente della Società italiana di psichiatria (Sip). «Anche se spesso sottovalutato, un cuore spezzato per un amore perduto rientra tra gli eventi più stressanti che una persona possa sperimentare nella vita», aggiunge. Numerose evidenze scientifiche mostrano che la fine di una relazione amorosa scatena il rilascio di livelli elevati di ormoni dello stress che hanno impatto sia sulla salute mentale che quella fisica.
Alcuni studi hanno documentato svariati disturbi legati al mal d’amore: dall’insonnia all’ansia, dalla perdita di autocontrollo alla depressione fino anche addirittura a problemi cardiaci e a un abbassamento delle difese immunitarie. Anche il dolore che si prova è reale e tangibile: gli scienziati hanno osservato che un cuore spezzato può «accendere» le stesse aree del cervello attivate in seguito a un’ustione o a un altro trauma fisico. Tuttavia, per quanto faccia male, nella stragrande maggioranza dei casi il tempo può aiutare a curare le ferite. «Solo in presenza di fragilità o vulnerabilità pre-esistenti, il mal d’amore può innescare patologie psichiatriche più serie», precisa Clerici. La verità è che, sebbene le delusioni amorose possano essere devastanti, i legami sentimentali e il dolore che le persone provano quando questi legami si spezzano, potrebbero essere una caratteristica che gli esseri umani hanno sviluppato per sopravvivere. Il mal d’amore, in questo senso, potrebbe essere un tratto evolutivo, un’eredità che ha aiutato la nostra specie a non soccombere. Esiste infatti una vasta letteratura scientifica sull’importanza del legame sociale e dell’attaccamento sicuro per la sopravvivenza dell’uomo, secondo la quale il rischio e gli effetti del crepacuore possono essere considerati parte di una spinta motivazionale verso la ricerca di un attaccamento sicuro con un partner romantico. Insomma, soffrire per amore è un male necessario: siamo «programmati» per questo, così come siamo «programmati» per superarlo e ri-innamorarci più volte. C’è dunque un significato profondo dietro le pene che poeti e artisti hanno tentato di descrivere con le loro opere, che la scienza sta ancora cercando di decifrare.
La perdita di un amore può spezzare un cuore letteralmente
Vero. Una situazione particolarmente stressante o emotiva, come la perdita di un amore per un lutto, può provocare la cosiddetta sindrome di Takotsubo. Detta anche sindrome del cuore infranto o cardiomiopatia da stress, consiste in una sofferenza cardiaca temporanea che può riprodurre tutti i sintomi tipici dell’infarto e che in alcuni casi può portare anche alla morte.
Il mal d’amore abbassa le difese immunitarie
Vero. Lo stress elevato e duraturo causato dalla fine di una relazione romantica può inibire il corretto funzionamento del nostro sistema immunitario. Questo significa che il mal d’amore può essere collegato a una maggiore vulnerabilità dinanzi a malattie causate da virus e batteri, che possono trovare la strada spianata e infettare con più facilità l’organismo.
La fine di un amore può provocare dolore fisico
Vero. Alcuni studi scientifici hanno dimostrato, tramite l’utilizzo della risonanza magnetica, che un cuore spezzato può attivare le stesse parti del cervello che solitamente si “illuminano” a seguito di un trauma fisico, come un’ustione. Le regioni cerebrali interessate sono la corteccia somatosensoriale secondaria e l’insula dorsale posteriore, le stesse legate al dolore fisico.
L’attività fisica può essere un analgesico per le pene d’amore
Vero. L’attività fisica può rappresentare una strategia molto efficace nel contrastare, anche se temporaneamente, il malessere generato dalla fine di una relazione amorosa. Praticare uno sport o fare esercizio fisico regolare può infatti aumentare il rilascio di dopamina e serotonina che possono fungere da antidolorifico naturale e contrastare i principali sintomi del mal d’amore.
Gli amici possono aiutare a uscire dal tunnel
Vero. Superare le delusioni d’amore diventa più facile se accanto a sé si hanno amici e familiari a cui appoggiarsi. Infatti, anche se dinanzi a un trauma può essere forte l’esigenza di chiudersi in sé stessi e allontanarsi dai contatti sociali, la solitudine può peggiorare lo stato di malessere, specialmente se prolungata nel tempo. L’aiuto dei propri cari può dunque essere un toccasana.
In amore chiodo scaccia chiodo
Falso. Anche se è una delle strategie più popolari per superare la fine di una relazione amorosa, cercare di sostituire la persona amata con un’altra può dare al massimo solo un sollievo temporaneo. Infatti, prima di impegnarsi in un nuovo rapporto con successo è importante superare il trauma subito in precedenza. Accelerare i tempi non funziona, si rischia di aggiungere nuove frustrazioni.
Ci voglio anni per riprendersi dal mal d’amore
Falso. Uno degli interrogativi più comuni riguardanti una delusione d’amore è quanto tempo ci voglia per guarire. C’è chi dice che per riprendersi bastino 90 giorni, chi pensa serva più tempo. La verità è che non esiste una risposta universale: il processo di guarigione varia da persona a persona. Non esistono scorciatoie, ma bisogna prendersi il tempo di cui si ha bisogno.
Le donne sono più vulnerabili al mal d’amore
Falso. Il mal d’amore non è una questione di genere: può colpire tanto le donne quanto gli uomini. Ma studi scientifici mostrano che, statisticamente, gli uomini tendono a fare più fatica a superare la fine di una relazione amorosa seria. Questo perché fanno più fatica a chiedere aiuto. Al contrario le donne tendono ad avere una rete di sostegno sociale più ampia.
Le delusioni amorose sono più intense nei giovani
Falso. Così come l’amore non ha età, anche le delusioni romantiche possono colpire più o meno intensamente una persona giovane, così come una persona adulta o anche anziana. L’esperienza può attutire in parte gli effetti del mal d’amore, aiutando a gestirli meglio, ma la resilienza può dipendere da molti altri fattori che sono indipendenti dall’età anagrafica.
La fine di un amore vero può causare malattie psichiatriche
Falso. Anche se i sintomi legati alla fine di una relazione romantica colpiscono prevalentemente la psiche, non possono essere legati direttamente all’insorgenza di una malattia psichiatrica. Può invece essere una miccia per disturbi di ansia e depressione nelle persone che hanno già un rischio pre-esistente, quindi già vulnerabili e suscettibili a malattie psichiatriche.
Articolo di Valentina Arcovio uscito su Il Messaggero.