Gli SPDC oggi: dalla gestione dell’acuzie psichiatrica al nuovo ruolo nella rete dei servizi
Bergamo, 19 – 21 gennaio 2017
Centro Congressi Giovanni XXIII
Nati in un conflitto, tra chi voleva radicalmente escludere, nella legge di riforma del 1978, la possibilità di un ricovero per malattia mentale, e chi riteneva indispensabile la salvaguardia di un momento sanitario ed ospedaliero del trattamento integrato, gli SPDC si sono in realtà affermati come la più durevole, diffusa (e saturata) struttura dei Dipartimenti di salute mentale; unici, tra l’altro, ad avere imposto per legge lo stesso nome in tutto il paese.
Durevoli, non invarianti: nati, ed utilizzati all’inizio come luogo di contenimento dell’acuzie e di trattamento prevalentemente farmacologico d’urgenza, gli SPDC si sono trasformati in spazi di ricostruzione e di crescita, di rianimazione, ma anche di riacquisizione del Sé e delle sue parti, e della capacità di stare in situazione e nel sociale.
Cambiata la psicopatologia, cambiati ( e non poco disarticolati e complessificati) i contesti culturali, gli SPDC sono oggi spesso tanto punto di primo accesso al sistema di cura, quanto spazi di riabilitazione e di ripensamento, e spesso di reperimento di cataloghi innovativi di risorse; non più tappa di una filiera prestazionale discendente, ma nodi di intervento, in grado di attivare ed di attivarsi all’interno non solo della rete istituzionale, ma spesso anche degli spazi di prossimità e di sviluppo dei loro nuovi pazienti. La necessità di garantire spazi di accoglienza e cura per condizioni di profonda sofferenza, motiva le proposte teorico/tecniche presenti nel programma.
A questo loro nuovo modo di essere gli stessi di sempre è dedicato il congresso.