L’articolo uscito su Io Donna – Corriere della Sera, a cura di Elena Meli, intervista la Past President SIP Emi Bondi sui ricordi dell’infanzia. L’amnesia infantile è il fenomeno per cui anche impegnandoci non riusciamo a ricordare la prima vacanza al mare a un anno oppure il primo giorno dell’asilo nido: le memorie reali arrivano dopo, attorno ai tre anni. E tanti bimbi di oggi potranno magari rivedersi nelle innumerevoli foto postate sui social dai genitori, ma non avranno lo stesso ricordo “vero” della primissima infanzia. Perché ricordare è un fenomeno complicato e serve tempo perché il cervello ne sia capace.
Spiega Emi Bondi, presidente della Società Italiana di Psichiatria: «A sei mesi un bimbo riconosce il viso della mamma ma non riesce a rievocarlo, che è la caratteristica del ricordo: per richiamare le memorie le connessioni fra aree razionali ed emotive del cervello devono maturare a pieno. La mente razionale, che si sviluppa pian piano, diversi mesi dalla nascita, “fissa” i ricordi che però hanno una componente affettiva fondamentale, tanto che si può non ricordare nei dettagli un evento traumatico vissuto da piccolissimi ma le emozioni vissute restano “dentro” e possono portare a disturbi come la depressione. Si ricorda, inoltre, con il corpo, con tutti i sensi: la memoria olfattiva per esempio è molto potente, gli odori ci riportano facilmente anche a memorie della prima infanzia. La vista molto meno: vedersi in una foto non ha la stessa capacità evocativa e così le immagini social dei primi anni potranno creare ricordi indotti ma non quelli veri, in cui si mescolano le emozioni e la capacità razionale». #infanzia #memoria #emozione